Divampano intolleranza e odio nei confronti delle minoranze e dei migranti in tutta l’Unione europea. Lo scrive l’Agenza europea per i diritti fondamentali nella relazione sulla “seconda indagine dell’Unione europea sulle minoranze e la discriminazione (EU-MIDIS II): risultati principali” pubblicata il 6 dicembre (fra-2017), che segue quella del 2008. Per Michael O’Flaherty, Direttore dell’Agenzia, malgrado la normativa Ue in materia di lotta alla discriminazione, continuano gravi e ripetuti episodi di discriminazione. La seconda indagine raccoglie i dati su 25.500 intervistati, provenienti da contesti migratori o da minoranze etniche in tutto lo spazio Ue, che – si legge nel rapporto – mostrano, invece, un grande attaccamento al Paese in cui vivono.
Per quanto riguarda l’Italia, negli ultimi cinque anni, i gruppi maggiormente discriminati, in particolare nella fase di ricerca di un impiego e di un alloggio, sono i nordafricani (51%), gli abitanti dell’Africa subsahariana (49%) e i subasiatici (41%). Dai dati raccolti, poi, risulta una diffusione di episodi di molestie motivate dall’odio. Preoccupazioni per il limitato accesso all’istruzione superiore che contribuisce a ridurre le possibilità di occupazione. Tuttavia, gli intervistati hanno “un livello di fiducia più elevato nelle istituzioni pubbliche rispetto alla popolazione complessiva, con una maggioranza di essi fortemente legata al Paese in cui vive”. Questo, però, in via generale perché, invece, a causa delle discriminazioni subite le vittime sono restie a denunciare gli episodi di cui sono vittime.
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