La Consulta interviene sul mandato di arresto europeo

La Corte costituzionale torna sul mandato di arresto europeo dichiarando inammissibile, con ordinanza n. 374/2010 (http://www.cortecostituzionale.it/actionUltimoDeposito.do), depositata il 27 dicembre,  la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 19, comma 1, lettera c della legge 22 aprile 2005 n. 69 con la quale è stata attuata in Italia la decisione quadro 2002/584 relativa al mandato di arresto europeo e alle procedure di consegna tra Stati membri. La questione è stata sollevata dalla Corte di appello di Bari secondo la quale sussisteva una contrarietà dell’articolo 19 della legge n. 69 con l’articolo 3 della Costituzione perché la norma non consente al cittadino di uno Stato membro, residente in Italia, di chiedere che l’espiazione della pena avvenga in Italia nei casi in cui un mandato di arresto abbia ad oggetto l’esecuzione della pena. Questa possibilità, infatti, è consentita unicamente «nel solo caso di condanna non ancora pronunciata». La Corte costituzionale, confermando quanto deciso in altra occasione, ha sostenuto che la questione fosse manifestamente inammissibile in quanto l’articolo 19 «concerne soltanto la persona giudicanda, per la quale è in corso l’azione penale, sicché la questione ha ad oggetto una norma che non deve essere applicata nel giudizio principale, nel quale si tratta dell’esecuzione di una sentenza di condanna».

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