La Commissione UE presenta il rapporto sui contratti di credito ai consumatori

Quali risultati ha raggiunto la direttiva 2008/48/Ce del 23 aprile 2008 relativa ai contratti di credito ai consumatori e che abroga la direttiva 87/102/Cee, recepita in Italia con Dlgs 13 agosto 2010 n. 141? Sono state assicurate maggiori garanzie per i consumatori e sono state avviate riforme sostanziali per il credito al consumo? A queste domande prova a rispondere la Commissione europea nella relazione al Parlamento Ue e al Consiglio (COM(2020)963, credito consumatori), presentata il 5 novembre 2020. La conclusione è che la direttiva è stata solo parzialmente efficace nell’assicurare un elevato livello di tutela dei consumatori, con alcuni punti di forza rilevanti, come l’esercizio del diritto di recesso e al rimborso anticipato, nonché per la disciplina sul tasso annuo effettivo globale. Un giudizio negativo, invece, sulle valutazioni del merito creditizio, mentre è positiva la riduzione della frammentazione del quadro normativo con la conseguenza che “l’introduzione di…articoli di armonizzazione” ha portato a un aumento della tutela dei consumatori. Sono, però, necessari interventi per aggiornare il testo anche per l’ingresso di nuovi prodotti nel mercato del credito al consumo che richiedono un restyling della direttiva. Per la Commissione europea, l’introduzione del modulo sulle “Informazioni europee di base relative al credito ai consumatori” ha portato a un salto di qualità nella tutela dei consumatori, ma è necessario adeguarlo alla tecnologia digitale mobile utilizzata ormai da molti consumatori. Tra gli interventi necessari – osserva Bruxelles – la modifica della nozione di creditore perché l’espressione “nell’esercizio di un’attività commerciale o professionale” potrebbe “non essere adatta al concetto di prestito tra pari”. Per quanto riguarda l’obbligo di verificare il merito creditizio del consumatore prima della concessione del credito (in alcuni Paesi, come l’Italia, affidato alle banche centrali), la direttiva ha lasciato spazio alle autorità nazionali per regolare i dettagli della verifica del merito creditizio. Alcune modifiche potrebbero rivelarsi utili, anche con riguardo alle soglie che determinano l’ambito di applicazione della direttiva. Di qui la presentazione, nel secondo trimestre 2021, di una proposta di revisione della direttiva.

Qui il documento di lavoro SWD(2020)254 SWD.

Nessun commento

Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *