E’ dalla crisi economica del 2008 che l’Unione europea e gli Stati membri hanno posto al centro dell’attenzione la riforma della governance economica, arrivando a rilevanti cambiamenti nel 2011. Ma gli ultimi anni hanno evidenziato che le modifiche non sono state sufficienti. Di qui la decisione della Commissione europea che ha presentato, il 9 novembre, la Comunicazione che contiene gli orientamenti per la riforma del quadro Ue sulla governance economica (COM(2022)583, COM(2022)583 che segue quella del 19 ottobre 2021 sull’economia dell’Ue dopo il Covid-19. L’obiettivo – scrive Bruxelles – è facilitare un’efficace sorveglianza economica che assicuri parità di trattamento e coordinamento multilaterale delle politiche economiche. Nella sezione seconda del documento è affrontata la questione della necessaria integrazione tra la dimensione fiscale, delle riforme e degli investimenti, mentre nella terza parte sono indicati gli elementi chiave degli orientamenti della Commissione europea. Alla sorveglianza fiscale e macroecomica è dedicata la quarta sezione e alla quinta i passi da seguire per arrivare alla meta. La Commissione si sofferma sulla transizione digitale e verde e sul rapporto debito/PIL che richiede regole di bilancio funzionali ad assicurare investimenti strategici e sostenibilità fiscale, con la necessità, quindi, di ridurre gli elevati rapporti tra debito pubblico e PIL. Sui meccanismi esecutivi, la Commissione conferma l’utilizzo di sanzioni finanziarie che però dovrebbe puntare a una riduzione degli importi e all’introduzione di sanzioni che incidano sulla reputazione.
L’obiettivo è raggiungere un’intesa sulla nuova governance prima delle procedure di bilancio degli Stati membri per il 2024 e operare le modifiche legislative necessarie che richiedono un coinvolgimento del Parlamento europeo e del Consiglio. Dal canto suo la Commissione si prepara a presentare i nuovi orientamenti per la politica di bilancio.
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