Le regole sulla libertà di concorrenza fissate dall’Unione europea, essenziali per la realizzazione del mercato unico, che compie 30 anni, sono sempre di più messe alla prova dal mercato digitale e affrontano nuovi problemi che possono ostacolare la realizzazione effettiva delle regole. È proprio l’impatto dei mutamenti tecnologici e del dirompente ingresso del web nella vita quotidiana e nell’economia ad essere al centro della relazione annuale della Commissione sulla libertà di concorrenza nell’Unione europea, pubblicato il 4 aprile (COM(2023)184, rapporto concorrenza). Non solo. Nella relazione, Bruxelles fa il punto sull’incidenza della guerra, che ha condotto all’adozione di misure nazionali che possono avere un impatto sulla libera concorrenza, nonché sulle misure decise a livello europeo per arginare lo shock economico derivante dalla guerra e dalla pandemia, con un proseguimento dell’analisi degli effetti del Next Generation EU.
Tra le novità del 2022, il Digital Markets Act (DMA), entrato in vigore nel novembre 2022 e applicabile, salvo per alcune norme, dal 2 maggio 2023 (DMA). Tra i punti chiave, del rapporto della Commissione, anche l’analisi del regolamento n. 2022/2560 del 14 dicembre 2022 sulle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno che sarà applicabile dal 12 luglio 2023 e che dovrebbe garantire condizioni di parità per le imprese che operano nel mercato unico (n. 2022:2560). La Commissione, dal canto suo, nel 2022 ha mantenuto relazioni nell’ambito della concorrenza con altri Stati extra Ue e con altre organizzazioni internazionali come l’OCDE.
Passando ai dati, nel 2022, la Commissione europea ha adottato 195 decisioni e approvato 182 misure nazionali notificate da 27 Stati membri, per un totale di 670 miliardi di euro. Circa il 53% degli aiuti approvati sono stati comunicati dalla Germania, il 24% dalla Francia e il 7% dall’Italia.
Alla relazione annuale è stato allegato un documento di lavoro (SWD(2023)76, SWD) nel quale la Commissione focalizza l’attenzione anche sui recenti interventi della Corte di giustizia dell’Unione europea e su aspetti specifici come i controlli sulle fusioni societarie e su settori come quello dell’energia, della tecnologia, dei media, dei servizi finanziari, della tassazione, dell’agrifood e della salute. Spazio anche al turismo, ai servizi postali e ai trasporti. Completano il documento quattro allegati nei quali vi è un riepilogo degli interventi della Commissione europea.
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