Una cifra mai raggiunta: 61 milioni di euro è l’importo versato dall’Italia, nel 2013, per gli indennizzi stabiliti da Strasburgo nel contesto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo a seguito delle condanne decise dalla Corte.
Una stangata per le casse dello Stato. Basti pensare che, nel 2012, l’ammontare arrivava a 19 milioni di euro. Il dato è fornito dalla relazione annuale adottata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sull’esecuzione delle pronunce della CEDU nei confronti dello Stato italiano del 2014 relativa all’anno 2013, secondo quanto previsto dalla legge n. 12 del 2006 (relazione_2013). Uno strumento che fornisce una fotografia delle criticità strutturali sul fronte giudiziario e amministrativo, di particolare utilità anche per la raccolta delle principali pronunce emesse dalla Corte europea dei diritti dell’uomo nel 2013 nei confronti dell’Italia. Tra le più importanti, quella Varvara in materia di confisca, la pronuncia De luca e altri sul dissesto degli enti locali, il caso Parrillo sulla fecondazione assistita e la sentenza Torreggiani sulle carceri.
Il rapporto cataloga anche le pronunce degli organi giurisdizionali nazionali, Corte costituzionale e Cassazione in testa. Dalla relazione emerge che aumentano i ricorsi pendenti nei confronti dell’Italia: l’1,3% è da imputare al contenzioso seriale. Ben 7.000 casi ripetitivi sono fondati sui ritardi nei pagamenti in base alla legge Pinto. Nel 2013 sono invece diminuiti i ricorsi comunicati al Governo: erano 965 nel 2012 sono scesi a 804 nel 2013. Così come è diminuito il numero di ricorsi dichiarati ricevibili: 31 nel 2013, 49 nel 2012. Tra le tematiche emergenti quelle legate all’inquinamento in particolare provocato dai rifiuti e dalle emissioni inquinanti. Tra i casi il ricorso per l’inquinamento provocato dall’Ilva. Restano aperte molte problematiche relative all’esecuzione delle pronunce, talvolta dovute alla poca collaborazione degli enti territoriali. Una mancanza di comunicazione che – si avverte nella relazione – può provocare una duplicazione nella corresponsione degli indennizzi.
Permangono le difficoltà nell’attuazione delle procedure di rivalsa che, però, sono state avviate nei confronti di alcuni comuni. La relazione riporta anche i piani d’azione comunicati al Comitato dei ministri in materia di durata dei processi e di sovraffollamento carcerario.
Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/esecuzione-delle-sentenze-cedu-adottata-la-relazione-annuale.html
Andrea
ottobre 10, 2014Possibile che nessuno abbia mai provato a fare in modo che queste cifre vengano pagate dai responsabili politici e non dal contribuente?
Ottavio Milano
novembre 20, 2016come dice Andrea, è giusto che paghino i responsabili. Intanto le azioni di rivalsa sono partite, la CCost si è pronunciata con la sent. 219/16. Ma nessuno ne parla. Adesso vedremo che succede ….
Ottavio Milano
gennaio 23, 2019Alla Gent.le Prof.ssa M. Castellaneta, attenta e sensibile studiosa del Diritto Internazionale, Comunitario ed in particolare della CEDU, chiedo se fosse possibile ottenere una mappatura dei ricorsi ammessi e delle condanne inflitte dalla Corte EDU all’Italia, divise per Regioni, Province e Comuni, i cui enti hanno determinato la violazione della CEDU. La cosa servirebbe , forse, a far prendere maggiore coscienza ai pubblici amministratori dei gravi danni che sovente provocano non solo alle loro comunità direttamente (male)amministrate, ma anche all’intera Nazione. Buon 2019
Marina Castellaneta
gennaio 25, 2019Sarebbe molto interessante. purtroppo non è nelle mie competenze