Boom di casi di arbitrato sottoposti all’ICSID nel 2021. Con 66 nuovi procedimenti rispetto agli anni passati che, da un lato, confermano il balzo in avanti del 2020 (+60 casi) e, dall’altro lato, mostrano un ulteriore aumento, segno della fiducia in questo meccanismo. E’ quanto risulta dalla relazione che contiene le statistiche relative all’attività dell’International Center for Settlement of Investment Disputes (ICSID, qui il documento che è aggiornato ogni sei mesi ICSID), Centro internazionale per il regolamento delle controversie in materia di investimenti istituito con la Convenzione di Washington del 1965. Il documento, diffuso il 7 febbraio 2022, si riferisce ai dati 2021 e contiene anche una panoramica dei trend che riguardano i casi ICSID dal 1972. Il 2021 è stato un anno di svolta con un forte incremento di domande per la soluzione di controversie. Se le regole di arbitrato della Convenzione sono in ogni caso la procedura più popolare per risolvere le controversie sugli investimenti internazionali, nel documento si sottolinea che, in alcuni casi, sono stati utilizzati altri meccanismi procedurali. Così, nel 2021, in 20 casi l’ICSID ha fatto ricorso a regole arbitrali “non ICSID” e, tra questi, 14 procedimenti hanno avuto al centro le regole arbitrali della Commissione delle Nazioni Unite per il diritto commerciale internazionale (UNCITRAL).
In via generale, i casi al centro dell’attività dell’ICSID sono stati basati sui trattati di investimento bilaterali (58%), da contratti tra investitore e Stato ospitante (10%) e, in ultimo, dalla Carta sull’energia (8%), oltre a taluni accordi multilaterali come quello di libero scambio tra Messico, Stati Uniti e Canada. Il 3% dei casi, invece, ha avuto al centro norme interne in materia di investimenti. Nel 2021, gli Stati più coinvolti si trovavano nell’Europa orientale, nell’Asia centrale e nel Sud America. L’8% dei procedimenti ha coinvolto Stati dell’Europa occidentale e il 9% Stati Uniti, Medio Oriente e Nord Africa.
Questi i settori interessati: quello estrattivo ed energetico, in linea con il passato, segna il numero più alto di procedimenti, ma non mancano il settore delle costruzioni, dell’informazione e delle comunicazioni, dei trasporti, della finanza e del turismo. Seguono, con percentuali più basse, i servizi e il commercio, l’acqua, la protezione dalle inondazioni, la pesca, l’agricoltura e la silvicoltura. Per quanto riguarda i risultati, il 31% dei lodi ha portato all’accoglimento delle richieste degli investitori a fronte del 18% dei lodi nei quali, invece, sono state respinte le loro istanze. Nel 15% dei casi è stata esclusa la giurisdizione.
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