Immunità dalla giurisdizione: esclusa per le attività commerciali anche per i familiari dei reali sauditi

L’immunità dalla giurisdizione per i principi appartenenti alla famiglia reale saudita non può essere concessa per le attività di carattere commerciale. Lo ha stabilito l’High Court of Justice, Chancery Division con sentenza depositata il 19 marzo 2013 ([2013]EWHC587, 587) chiudendo una controversia che vedeva contrapposte alcune società, talune delle quali con azionariato di principi legati alla famiglia saudita. Nella controversia dinanzi ai giudici inglesi era coinvolto anche il fratello del re Abdullah. I giudici inglesi hanno escluso l’immunità dalla giurisdizione sia sotto il profilo soggettivo sia sotto quello oggettivo. Riguardo al primo aspetto l’High Court ha specificato che il principe Mishal, che rivendicava l’immunità, era sì uno dei consiglieri del re ma non si trattava dell’erede al trono o di un membro della famiglia con funzioni sovrane a tempo pieno, poiché le sue attività erano legate soltanto a quelle di rappresentanza. Esclusa l’immunità sotto il profilo soggettivo, la Corte ha voluto in ogni caso analizzare l’aspetto oggettivo chiarendo che, in base al diritto consuetudinario e a quello convenzionale (in particolare con riguardo alla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche), sussiste un’eccezione all’immunità dalla giurisdizione per le attività di carattere commerciali che sono esercitate al di fuori dell’esercizio di poteri sovrani.

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