La Corte di appello del Tribunale penale per l’ex Iugoslavia, con sentenza del 9 dicembre, ha annullato l’assoluzione di Jovica Stanišić e Franko Simatović, chiedendo un nuovo processo per i due imputati, ai vertici dei servizi di sicurezza della Serbia durante l’epoca Milosevic (151209-judgement). Una sentenza di particolare rilievo e salutata con molto favore dalle vittime e dalle organizzazioni non governative perché rimedia a un errore di valutazione dei giudici della Camera di primo grado, contribuendo a fornire un importante chiarimento a vantaggio del diritto internazionale umanitario. I due uomini erano stati assolti il 30 maggio 2013 dall’accusa di aver partecipato alla “Joint Criminal Enterprise” (JCE) che aveva per obiettivo la rimozione forzata e lo sterminio di croati e bosniaci musulmani, nonché dall’accusa di aver aiutato e incoraggiato gli autori materiali dei crimini. Secondo la Trial Chamber non era stato provato che i due uomini avevano dato “specific directions” per la commissione dei crimini. In sostanza, nella visione della Trial Chamber, i crimini erano stati commessi ma la responsabilità non poteva essere addossata ai due imputati perché i due non avevano dato aiuto agli esecutori materiali con un comportamento “specificamente diretto” alla loro commissione, pur essendo ben consapevoli del contributo che davano ad essa. Proprio questo il punto che non ha convinto la Camera di appello, presieduta dal giudice Fausto Pocar, che ha rigettato le posizioni restrittive dei giudici di primo grado che, di fatto, chiedendo la prova dell’esistenza di una direzione specifica di coloro che organizzano o supportano la commissione di crimini, ne impediscono la punizione. Di conseguenza, la Camera di appello ha affermato che “specific direction” non è un elemento necessario, in base al diritto internazionale consuetudinario, per l’attribuzione di responsabilità per aver aiutato e incoraggiato la commissione di crimini. I giudici di appello hanno così annullato la sentenza e chiesto un nuovo processo per tutti i capi di imputazione in base all’articolo 117 delle Regole di procedura del Tribunale.
I due imputati restano detenuti all’Aja in attesa del nuovo processo.
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