Il Parlamento europeo punta a un consolidamento del principio della responsabilità di proteggere, soprattutto come strumento di prevenzione di conflitti e di crimini. Nella raccomandazione approvata nella sessione plenaria del 17 aprile sul principio della responsabilità di proteggere delle Nazioni Unite (P7), gli eurodeputati chiedono al Consiglio di rafforzare il principio anche all’interno delle azioni Ue, soprattutto alla luce del ruolo guida che l’Unione dovrebbe avere nella prevenzione dei conflitti. Per il Parlamento, il ricorso alla forza deve essere effettuato solo come ultima istanza e deve, quindi, essere intensificata la componente preventiva della responsabilità di proteggere. L’intervento in Libia nel 2011 – osservano i parlamentari – richiede un chiarimento sul ruolo delle organizzazioni regionali che passa anche attraverso un potenziamento del principio della responsabilità di proteggere, il quale deve servire a prevenire i conflitti e la commissione di crimini di guerra, contro l’umanità e il genocidio. Il principio va integrato anche nell’assistenza allo sviluppo dell’Unione europea e la sua applicazione deve essere valutata nel rapporto annuale sull’attività dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione. Solo pochi Stati membri, inoltre, hanno incorporato il principio in testi legislativi ed è quindi necessario fare pressioni perché ciò avvenga in tutti i Paesi Ue. Il Parlamento ha anche proposto l’adozione di un codice di condotta volontario tra i cinque Stati membri permanenti del Consiglio di sicurezza “che limiti l’esercizio del diritto di veto in caso di genocidio, crimini di guerra, pulizia etnica o crimini contro l’umanità”.
Si veda il post del 2o maggio 2012 http://www.marinacastellaneta.it/blog/responsabilita-di-proteggere-e-primavera-araba-due-pesi-due-misure.html
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