La Corte europea dei diritti dell’uomo ha comunicato al Governo italiano il caso Godelli contro Italia (ricorso n. 33783/09, http://cmiskp.echr.coe.int/tkp197/view.asp?item=1&portal=hbkm&action=html&highlight=33783/09&sessionid=63470321&skin=hudoc-cc-en). Una donna, abbandonata dalla madre, aveva cercato di conoscere la propria origine ma il tribunale per i minorenni di Trieste aveva respinto ogni istanza (così come la Corte d’appello) perché la madre biologica, al momento della nascita, aveva dichiarato di non volere che la propria identità fosse svelata. La donna sostiene che tale diniego costituisce una violazione dell’articolo 8 della Convenzione che garantisce il rispetto alla vita privata e familiare.
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montarso maria
febbraio 25, 2011chi può dire che anche le nostre mamme ci stiano cercando?
mauro bandiera
febbraio 25, 2011Credo che tutti hanno il diritto di sapere le proporie origini,un vuoto dietro di noi crea ansia,insicurezza e mancanza di identità. per vivere il presente e guardare il futuro bisogna avere radici salde. Sempre nel rispetto di tutti dopo diversi anni è giusto che l’anonimato decada,non è giusto subire una scelta altrui.La convenzione del diritto del fanciullo sancisce il diritto di sapere.
PIA
febbraio 25, 2011Condivido perfettamente ciò che sostiene la signora che si è rivolta alla Corte di Strasburgo. Ma con che coraggio una donna partorisce un figlio e poi chiede di “Non essere nominata”. A parte ogni causa che può aver indotto la partoriente a non farsi riconoscere, ma dopo che il peggio è passato, almeno cercalo e abbraccialo a te. Se c’è violazione dell’articolo 8 della Covenzione che garantisce il rispetto alla vita privata e familiare, perchè il diniego? Perchè non si debbono conoscere le proprie origini? E che Nostro Signore ci aiuti.