Il Comitato dei ministri avvia la procedura speciale contro uno Stato dinanzi alla Corte

Per la prima volta, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha deferito un caso alla Corte europea dei diritti dell’uomo (interim). L’Azerbaijan – ha scritto il Comitato dei ministri nella risoluzione del 7 dicembre – ha continuato, in modo persistente, a non eseguire la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo depositata nel 2014 con la quale Strasburgo aveva chiesto allo Stato in causa l’immediata scarcerazione dell’oppositore politico Mammadov. L’Azerbaijan è stato inadempiente e, così, il Comitato ha utilizzato l’articolo 46, paragrafo 4 della Convenzione europea e ha avviato la procedura dinanzi alla Corte affinché quest’ultima accerti se la mancata esecuzione della sentenza costituisca un’ulteriore violazione della Convenzione. Prima di iniziare la procedura, il Comitato aveva messo in mora l’Azerbaijan dando un ultimatum per l’esecuzione, ma lo Stato era rimasto inerte. Così, a maggioranza dei 2/3, il Comitato ha chiesto un nuovo intervento della Corte europea e, in particolare, della Grande Camera.

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