Anche nella relazione annuale sull’applicazione dei principi di sussidiarietà e di proporzionalità e sui rapporti con i parlamenti nazionali presentata dalla Commissione europea il 12 ottobre 2023 (COM(2023)640, rapporto sussidiarietà, accompagnato da allegati allegato), in linea con quanto previsto dall’articolo 9 del Protocollo n. 2 ai Trattati Ue, è l’impatto dell’aggressione russa all”Ucraina al centro del dialogo politico tra Unione e Stati membri. Nella relazione di quest’anno, relativa alle attività nel 2022, la Commissione Ue, però, si è anche occupata degli effetti di alcune modifiche introdotte nel dialogo con i parlamenti nazionali sottolineando che, dall’anno scorso, ha iniziato ad allegare a ogni proposta politicamente sensibile e importante “una griglia di valutazione della sussidiarietà accompagnata da una valutazione di impatto” proprio per ottenere maggiori chiarimenti sullo specifico contributo di autorità nazionali, regionali e locali. Inoltre, Bruxelles ha attuato il nuovo approccio “one in, one out” che “consiste nel controbilanciare i nuovi oneri a carico delle imprese e dei singoli cittadini, derivanti dalle proposte legislative della Commissione”.
Nel 2022 – si legge nella relazione annuale – al centro delle priorità del dialogo tra Ue e Stati membri, talune iniziative sulla transizione verde e digitale e sulle nuove proposte della Commissione che, come quella sulla libertà dei media, dovrebbero spingere a un miglioramento dello stato di diritto nello spazio Ue.
Stabile il numero di pareri motivati inviati dai parlamenti nazionali che sono stati 355 (da 22 parlamenti) rispetto ai 360 del 2021. All’alto numero di pareri, però, non è corrisposto un incremento qualitativo perché nei rapporti nazionali in cui sono state evidenziate violazioni del principio di sussidiarietà non sono stati illustrati con precisione i punti di contrasto con tale principio. In ogni caso, più che in passato, la Commissione ha organizzato riunioni con i parlamenti nazionali per superare eventuali ostacoli.
Numerosi pareri sono arrivati dal Senato ceco (58), dalla Spagna (46), dalla Romania (33), dalla Svezia (18), dal Senato francese (15), dalla Camera dei deputati italiana (13). Tra gli atti che hanno provocato maggiori reazioni, la proposta di riforma della legge elettorale europea e la proposta sulla legge europea per la libertà dei media. Quest’ultima ha determinato la presentazione di 4 pareri motivati e 8 pareri nel contesto del dialogo politico. Tra questi l’Ungheria la quale ritiene che la proposta di regolamento non terrebbe conto delle tradizioni culturali nazionali. La Camera dei deputati italiani ha chiesto di prevedere che le autorità nazionali possano adottare misure specifiche in risposta a circostanze di mercato nazionale o locale.
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