I massacri in Costa d’avorio non si fermano

Forse i morti in Costa d’Avorio contano meno di quelli libici. Certo la risposta delle Nazioni Unite, dura contro la Libia e debole in Costa d’Avorio mostra che ci sono morti di serie A e di serie B e che il petrolio conta più del cacao. Dal 28 novembre 2010, la situazione in Costa d’Avorio, già critica in passato, è del tutto precipitata. L’ex presidente Laurent Gbagbo, dopo aver perso le elezioni presidenziali monitorate dall’Onu, rifiuta di lasciare l’incarico e cerca di rimanere al suo posto colpendo a morte la popolazione. Il Presidente eletto Ouattara ha, da parte sua, intensificato la lotta per conquistare Abidjan. In mezzo la popolazione civile oggetto di massacri. L’ultimo in ordine di tempo, in quella che è ormai una litania delle atrocità, il massacro del 31 marzo che – testimonia la Croce rossa internazionale http://www.icrc.org/eng/resources/documents/news-release/2011/cote-d-ivoire-news-2011-01-04.htm – ha provocato 800 morti, soprattutto nelle vicinanze di Duékoué, città strategica per la produzione di cacao. Senza dimenticare il flusso di rifugiati in Ghana e Liberia, Paese dal quale arrivano in Costa d’Avorio molti mercenari. Uno scenario che riecheggia di molto la situazione in Rwanda nel 1994, anche per l’incapacità delle organizzazioni internazionali di porre un freno ai massacri. L’Unione africana ha fallito ogni mediazione. L’Onu interviene in ritardo e con misure inefficaci. Anche l’ultima risoluzione del Consiglio di sicurezza del 30 marzo 2011, n. 1975  (http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N11/284/76/PDF/N1128476.pdf?OpenElement) non è certo incisiva: si chiede alle parti la cessazione di ogni forma di violenza, di fermare l’utilizzo della Radio televisione ivoriana utilizzata per incitare all’odio e alla violenza contro la popolazione e le forze di peacekeeping. Il passo avanti è solo la previsione di sanzioni specifiche indirizzate nei confronti dell’ex Presidente Gbagbo e di sua moglie e di altri componenti del Fronte popolare ivoriano. Il Consiglio non ha invece deferito la situazione alla Corte penale internazionale limitandosi a un fugace richiamo alla possibilità che la giurisdizione della Corte possa essere fondata sull’articolo 12, par. 3 dello Statuto di Roma (accettazione di uno Stato non parte allo Statuto).

Dal 4 aprile 2004 in Costa d’Avorio è operativa l’UNOCI, la missione di peacekeeping guidata dalla Francia http://www.un.org/ga/search/view_doc.asp?symbol=S/RES/1528(2004).

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