Il ruolo dei diritti fondamentali e, in particolare della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona. E’ il tema dello studio redatto dal servizio ricerca del Parlamento europeo e, in particolare da Francesca Ferraro e Jesús Carmona, intitolato “Fundamental Rights in the European Union” (PE 554.168, EPRS_IDA(2015)554168_EN). Lo studio si sofferma sull’incidenza della Carta, che è diventata un punto di riferimento per tutte le istituzioni Ue, nonché sui rapporti tra tale atto e gli altri strumenti internazionali a tutela dei diritti umani. Di fondamentale importanza il ruolo della Corte di giustizia dell’Unione europea che, sentenza dopo sentenza, ha fornito un quadro più chiaro sulla portata della Carta anche nelle aree non regolate dal diritto Ue. L’ultima parte è dedicata, seppure in modo sintetico, al parere n. 2/13 (parere) reso dalla Corte di giustizia dell’Unione europea il 18 dicembre 2014, che ha bloccato l’attuale processo di adesione alla Convenzione europea dei diritti umani che dovrà riprendere tenendo conto dell’articolo 6 TUE. Come è noto, la Corte ha rilevato, che in ragione della particolarità dell’ordinamento giuridico dell’Unione, non possono essere trascurate alcune condizioni con la conseguenza che l’adesione non può produrre una modifica nelle competenze dell’Unione come definite dai Trattati, in linea con il Protocollo n. 8 secondo il quale l’accordo di adesione “deve garantire che siano preservate le caratteristiche specifiche dell’Unione”.
Si vedano i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/raggiunto-laccordo-sulladesione-dellunione-europea-alla-cedu.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/adesione-dellue-alla-cedu-molti-i-nodi-da-sciogliere.html.
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