Gli Stati Ue intervengono sulla sentenza Achmea – Declaration on the Achmea Judgment

Gli Stati membri danno seguito alla sentenza Achmea del 6 marzo 2018 (C-284/16) e, con la Dichiarazione del 15 gennaio 2019, si impegnano a porre termine ai trattati bilaterali in materia di investimenti che conducono all’applicazione di procedimenti arbitrali in grado di incidere sul diritto di accesso alla giustizia e su altri diritti fondamentali (bilateral-investment-treaties). Dopo la pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione europea e la bocciatura delle clausole compromissorie contenute negli accordi tra Stati membri in materia di investimenti, la Commissione europea aveva pubblicato una comunicazione sulla tutela degli investimenti intra Ue e chiarito, in quell’occasione, che l’arbitrato investitori-Stati nell’ambito dei trattati bilaterali di investimenti intra-Ue non è conforme al diritto dell’Unione. Di conseguenza, Bruxelles aveva chiesto ai Paesi membri di porre termine a tali trattati. La Commissione, così, ha accolto con favore la dichiarazione dei giorni scorsi perché gli Stati membri si sono impegnati anche a non consentire l’avvio di nuovi procedimenti arbitrali nel caso di controversie Stati Ue-investitori. L’indicata dichiarazione, quindi, dovrebbe impedire nuove procedure arbitrali incompatibili con il diritto dell’Unione, assicurando agli investitori il diritto alla tutela giurisdizionale effettiva. Tuttavia, nella dichiarazione del 15 gennaio gli Stati hanno sottolineato che la Corte Ue, con la sentenza Achmea, non si è pronunciata sul sistema arbitrale relativo alla Carta europea sull’energia che, quindi, dovrebbe continuare ad operare.

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