Giudicato e revisione delle sentenze interne dopo l’intervento di Strasburgo: queste le posizioni degli Stati

Nei lavori sulla riforma della Corte europea dei diritti dell’uomo entra anche la questione dell’esecuzione delle sentenze della Corte di Strasburgo in relazione alle pronunce interne passate in giudicato risultate, però, contrarie all’articolo 6 della Convenzione, che assicura il diritto all’equo processo. Di questo tema si discuterà nella riunione dello Steering Committee for Human Rights fissata per il 17-19 giugno. Al centro dell’esame degli esperti, i risultati delle risposte al questionario che si occupa delle scelte degli Stati parti in ordine al riesame o alla riapertura dei casi dopo le sentenze della Corte europea (DH-GDR(2015)002). Le posizioni dei 24 Stati che hanno risposto al questionario riguardano sia i procedimenti penali che quelli civili, con numerosi Stati che hanno ormai previsto, con interventi legislativi mirati, l’ipotesi di riapertura dei processi e di revisione delle sentenze passate in giudicato in ragione di una pronuncia della Corte europea che abbia giudicato il procedimento interno iniquo, superando eventuali obiezioni basate sul valore del giudicato e sul principio di certezza del diritto. Per quanto riguarda l’Italia, essenziale il contributo della Corte costituzionale con la sentenza additiva n. 113 depositata il 7 aprile 2011 (Corte costituzionale della Repubblica italiana) con la quale la Consulta ha stabilito che l’articolo 630 del codice di procedura penale è in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione (individuando come norma interposta l’articolo 46 della Convenzione europea) nella parte in cui non prevede tra le ipotesi di revisione della sentenza o del decreto penale di condanna la contrarietà del processo interno con la Convenzione europea a seguito di un accertamento avvenuto con sentenza definitiva di Strasburgo. Per i procedimenti civili – si ricorda nello studio –  si è in attesa di una nuova pronuncia della Consulta chiamata a giudicare, su richiesta del Consiglio di Stato (qui l’ordinanza consiglio di stato) la legittimità costituzionale dell’articolo 106 del codice del processo amministrativo e degli articoli 395 e 396 del codice di procedura civile proprio con riguardo alle ipotesi di revoca delle sentenze interne in contrasto con l’articolo 6 della CEDU.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/dialogo-tra-corti-nello-studio-della-cassazione.html.

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