Gambia contro Myanmar: sì all’intervento di sette Stati

Via libera all’intervento di sette Paesi nel procedimento Gambia contro Myanmar. Con l’ordinanza del 3 luglio 2024 (Ordinanza ICJ), la Corte internazionale di giustizia ha ammesso l’intervento di Canada, Danimarca, Francia, Germania, Maldive, Paesi Bassi e Regno Unito nel caso che è stato portato dinanzi alla Corte dal Gambia secondo il quale l’azione del Myanmar contro i Rohingya, costretti a vivere in condizioni inumane, nello stato di Rakhine, al confine con il Bangladesh, è una violazione della Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio del 1948, alla quale entrambi i Paesi sono vincolati. Il ricorso pende dall’11 novembre 2019 ed è stato portato avanti dal Gambia proprio per le azioni messe in atto nei confronti dei Rohingya, equiparabili a una vera e propria pulizia etnica. La Corte, il 23 gennaio 2020, accertata la giurisdizione prima facie, ha emesso, in base all’articolo 41 dello Statuto, un’ordinanza sulle misure cautelari ordinando al Mynmar di adottare le misure provvisorie per prevenire il genocidio, constatando gli illeciti commessi dalle forze militari birmane nei campi di Rakhine. In particolare, la Corte ha chiesto che l’esercito e i gruppi armati irregolari che agiscono sotto il controllo del Myanmar non commettano o non cospirino per la commissione di atti di genocidio. Tra le altre azioni, la Corte ha chiesto che siano adottate misure per prevenire la distruzione delle prove, negando, invece la richiesta del Gambia volta a permettere l’ingresso di organi di accertamento dei fatti da parte delle Nazioni Unite. Successivamente all’adozione dell’ordinanza, tra il 2023 e il 24, i sette Stati elencati in precedenza hanno presentato domanda di intervento ai sensi dell’articolo 63 dello Statuto. La Corte internazionale di giustizia, così, esaminate le dichiarazioni di intervento e il rispetto dell’articolo 82 del Regolamento, come modificato il 1° febbraio 2024 e in vigore dal 1° giugno, sentiti i due Paesi parti alla controversia, ha dichiarato ammissibile la domanda di intervento delle Maldive e degli altri Paesi.

Intanto, sotto il profilo della responsabilità penale individuale, dinanzi alla Corte penale internazionale continuano le indagini per i crimini contro l’umanità a seguito dell’autorizzazione della Pre-Trial Chamber alla prosecuzione delle indagini avviate dal Procuratore (Pre-trial Chamber).

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