Frodi Ue: l’Italia svetta

Una situazione che nel complesso è migliorata rispetto all’anno precedente. Ma c’è ancora molto da fare nella lotta alle frodi. Lo dice la Commissione europea nella relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari dell’Unione relativa all’anno 2013 adottata il 17 luglio 2014 (COM(2014)474 (1_act_part1_en) in base all’articolo 325 del trattato. Sarà per il rafforzamento dei controlli, sarà per misure più mirate basate sull’analisi dei rischi, le frodi sono diminuite nel 2012.

Sul versante della spesa, le frodi hanno raggiunto quota 248 milioni di euro di fondi UE, un importo equivalente allo 0,19% del bilancio di spesa, con un calo del 21% rispetto ai 315 milioni di euro dell’anno precedente. Sul versante delle entrate, le frodi presunte o accertate sono state pari a 61 milioni di euro, pari allo 0,29% delle risorse proprie tradizionali riscosse per il 2013, con un calo del 21% rispetto ai 77,6 milioni di euro dell’anno precedente.  E’ aumentato il numero di frodi segnalate. Il numero più alto di irregolarità fraudolente sono state segnalate in Italia, Romania, Bulgaria, Polonia, Danimarca e Grecia (da 302 a 55). Gli stessi Paesi svettano anche per l’entità delle frodi (tra 68  e 24 milioni di euro), con intesta Italia, Polonia, Romania, Grecia e Germania. Il settore agricolo è quello più colpito, raggiungendo circa il 75% del totale delle frodi. L’Italia è al primo posto (213 Caso), dato che, ad avviso della Commissione, è dovuto anche a un rafforzamento delle indagini. Non tutti gli Stati hanno individuato il Coordinatore nazionale per i servizi antifrode (AFCOS). L’Italia lo ha fatto.

Ulteriori dettagli nel sito dell’Olaf http://ec.europa.eu/anti_fraud/about-us/reports/communities-reports/index_en.htm

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