Libera circolazione sì, ma evitando gli abusi del diritto. In questa direzione, la Commissione europea ha adottato, il 26 settembre, una comunicazione (com_2014_604_en) e un manuale che contiene orientamenti operativi per gli Stati membri al fine di fronteggiare la proliferazione dei matrimoni fittizi tra cittadini Ue e cittadini di Stati terzi (swd_2014_284_en). L’obiettivo – precisa Bruxelles – è fare in modo che le autorità nazionali utilizzino gli stessi criteri fattuali e giuridici per valutare l’esistenza di un matrimonio fittizio, funzionale solo ad ottenere l’ingresso e la permanenza in un Paese Ue. Gli abusi – si legge nello studio – possono compromettere la libera circolazione. Di conseguenza, l’esecutivo indica la strada da seguire per bloccare queste pratiche. Tra le misure, il meccanismo di doppia sicurezza “per ridurre al minimo il pericolo di identificare erroneamente una coppia autentica come fittizia”. La Commissione, nel manuale, ha anche indicato i parametri, ripresi dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo nonché dalla prassi della Corte di giustizia dell’Unione europea, da utilizzare per riuscire ad accertare l’esistenza di questi matrimoni richiedendo un rafforzamento della cooperazione tra Stati. Nel rispetto, però, della salvaguardia dei diritti processuali degli individui affermati dagli ordinamenti nazionali e dal diritto Ue.
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