Exit strategy o fuga dal pantano? Nel vertice Nato di Chicago decisa la strategia di ritiro dall’Afghanistan entro la fine del 2014

I capi di Stato e di Governo che contribuiscono all’International Security Assistance Force (ISAF) hanno deciso, con l’adozione della Dichiarazione del 21 maggio, nel vertice Nato di Chicago (21 May), il ritiro delle truppe (130mila uomini, di cui 4mila italiani) entro la fine del 2014. Il passaggio del controllo delle operazioni alle truppe afgane sarà progressivo, con una prima fase avviata entro metà 2013.

Molto è stato fatto e molto c’è da fare in termini di sicurezza, governance, sviluppo sociale ed economico, ruolo delle donne. Ma cambiano le modalità di intervento con un ritiro delle truppe e un passaggio di consegna alle forze di sicurezza afgane. Questo non vuol dire – si precisa nel documento approvato a Chicago – che le forze dei Paesi Nato abbandoneranno l’Afghanistan. E’ prevista, infatti, la stipulazione di accordi bilaterali e un sostegno economico al Presidente Karzai per addestrare l’esercito afgano. Un elemento essenziale di questa nuova fase, in gran parte dovuta alla crisi economica che spinge gli Stati a tagliare i costi provocati dal dispiegamento di forze all’estero, sarà l’avvio di un meccanismo di conciliazione. Nessun cenno alle modalità con le quali verrà gestita la presenza dei talebani sul territorio.

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