Europarlamento: nuove indagini sul ruolo dei Paesi Ue nelle azioni della Cia

L’Unione europea riprende le indagini sui casi di extraordinary renditions. Lo scenario riaperto dalla Commissione ad hoc del Senato degli Stati Uniti ha spinto il Parlamento europeo, nel corso della seduta di ieri, ad adottare una risoluzione (2015)31 CIA), con la quale gli eurodeputati affidano alla commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni, alla commissione per gli affari esteri e alla sottocommissione per i diritti dell’uomo, il compito di “riprendere l’indagine sui presunti casi di trasporto e detenzione illegale di prigionieri in paesi europei da parte della CIA e di riferire in merito all’Aula entro un anno”. Chiaro il messaggio del Parlamento che ha approvato il testo con 363 sì, 290 no e 48 astensioni: le politiche di sicurezza nazionale e la lotta al terrorismo non sono esenti dal principio di responsabilità e le violazioni del diritto internazionale e dei diritti umani non possono restare impunite. Prima di tutto, infatti, va affermato lo stato di diritto che – appare chiaro – è stato messo in secondo piano dalle azioni di molti Stati membri che hanno abusato del segreto di Stato, hanno fatto ricorso a “un’indebita classificazione di documenti, con la conseguente cessazione dei procedimenti penali e l’impunità di fatto dei responsabili delle violazioni dei diritti umani”.

Il rapporto della Commissione del Senato Usa – scrive l’europarlamento –  rafforza “le accuse secondo cui alcuni Stati membri dell’UE, le loro autorità, nonché funzionari e agenti dei loro servizi di sicurezza e intelligence sarebbero stati complici nel programma di detenzioni segrete e consegne straordinarie della CIA, talvolta mediante pratiche di corruzione basate sull’offerta di ingenti somme di denaro da parte della CIA in cambio della loro collaborazione”. Senza dimenticare la scarsa assistenza degli Stati membri per favorire la chiusura di Guantanamo Bay, annunciata a gran voce dall’amministrazione Obama ma ancora lì.

Tra i dati dai quali partire, il Parlamento Ue indica le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo nelle cause al-Nashiri contro Polonia, Abu Zubaydah contro Lituania, Husayn (Abu Zubaydah) contro Polonia, El-Masri contro ex Repubblica jugoslava di Macedonia, Nasr e Ghali contro Italia, e al-Nashiri contro Romania, nonché “la sentenza del tribunale italiano che ha condannato in contumacia 22 agenti della CIA, un pilota dell’aeronautica e due agenti italiani per il loro coinvolgimento, nel 2003, nel sequestro dell’imam di Milano, Abu Omar”.

Il Parlamento ha poi invocato non solo lo svolgimento di indagini sul piano nazionale ma anche una maggiore trasparenza, partendo dalla pubblicazione delle indagini sul coinvolgimento degli Stati membri nel programma della CIA (in particolare l’inchiesta Chilcot).

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/necessario-fare-luce-sui-casi-di-tortura-e-sulle-extraordinary-renditions-lo-chiede-lonu-agli-stati-uniti.html

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