Effetto Brexit anche sul mandato di arresto europeo

La Corte suprema irlandese blocca la consegna di un uomo condannato per frode a Londra. Con la sentenza depositata il 1° febbraio 2018, nel caso Ministro della giustizia contro O’Connor ([2018]IESC, Irlanda), la Corte suprema ha detto no alla consegna in quanto l’uomo si sarebbe trovato a scontare la pena oltre il 29 marzo 2019 e, quindi, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, senza garanzie adeguate oggi imposte dalla normativa sul mandato di arresto europeo e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. E’ il primo caso, ma altri simili sono in lista di attesa. L’uomo, direttore di un’impresa di costruzioni, era stato condannato per frode ma si era allontano dall’Inghilterra e, quindi, le autorità nazionali avevano emesso un mandato di arresto. In un primo tempo, i giudici irlandesi avevano disposto la consegna ma la Corte suprema ha concesso all’uomo la possibilità di appello e ha formulato alcuni quesiti d’interpretazione alla Corte Ue, procedendo a un rinvio pregiudiziale con al centro la decisione quadro 2002/584 sul mandato di arresto europeo e le procedure di consegna tra Stati membri. Così, per la prima volta, Lussemburgo dovrà occuparsi di questioni legate all’esecuzione del mandato di arresto europeo con riguardo a un possibile ostacolo all’esecuzione per ragioni legate al recesso di un Paese membro.

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