Populismo xenofobo e hate speech in crescita in tutta Europa, anche se alcuni Stati hanno adottato leggi ad hoc contro l’hate speech. E’ quanto si legge nel rapporto annuale della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa divulgato il 22 giugno (Annual report 2017). L’allarme è dovuto anche alla circostanza che “il discorso populista si è trasformato in odio nei confronti degli stranieri o delle minoranze” e ha accentuato le divisioni sociali con gravi conseguenze per migranti e altri gruppi vulnerabili.
La gestione della migrazione nel rispetto dei diritti umani – scrive il Presidente dell’ECRI, Jean-Paul Lehners – continua a essere una grande sfida per numerosi Stati membri che devono favorire l’integrazione dei migranti soprattutto con riguardo all’abitazione, all’educazione e all’occupazione. Non migliora neanche la situazione degli ebrei in Europa, con sacche di antisemitismo ancora troppo diffuse. Così, nel 2017, è continuata la retorica anti-musulmani. Gli Stati, poi, sono in ritardo nella ratifica di alcuni trattati internazionali e, in particolare, del Protocollo n. 12 alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che sancisce un divieto generale di ogni forma di discriminazione.
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