Continua la querelle sull’esecuzione della sentenza Hirsi. L’Italia ha presentato al Segretariato del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il piano d’azione sull’attuazione della pronuncia della Grande Camera (DH-DD(2012)671) che dovrà essere discusso a settembre. Un piano d’azione che non convince e che rimanda sia per l’esecuzione delle misure individuali che di quelle generali a futuri concreti adempimenti, malgrado sia ampiamente decorso il termine ultimo per l’attuazione della pronuncia. Dal piano del Governo, infatti, risulta che l’Italia non ha ancora versato gli indennizzi (affermando, però, che lo farà) adducendo difficoltà nell’individuazione dei ricorrenti e che è in attesa di una stabilizzazione politica in Libia per altri interventi.
Intanto, però, il nuovo Governo ripudia in modo definitivo la politica dei respingimenti in mare che, stando al piano d’azione, dovrebbe essere alle spalle. L’Italia ha anche chiarito che l’atto concluso con il Governo di Tripoli il 3 aprile non è un nuovo trattato internazionale ma unicamente il processo verbale di un incontro al vertice che costituisce la base per un futuro accordo di cooperazione. In ogni caso, nessun ritorno alle politiche di respingimenti del 2009.
Sull’allarme per i ritardi nell’esecuzione della sentenza lanciato dagli avvocati delle vittime si veda il post del 26 luglio http://www.marinacastellaneta.it/caso-hirsi-litalia-non-esegue-la-sentenza-della-cedu.html.
Sull’intesa del 3 aprile si veda il post del 24 giugno http://www.marinacastellaneta.it/sullimmigrazione-patto-segreto-italia-libia.html
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