E’ contrario all’ordine pubblico internazionale il divieto di matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Lo dice la Cassazione francese

Il divieto disposto da una legge straniera, che blocca la possibilità del matrimonio tra coppie dello stesso sesso, non può trovare applicazione in Francia perché la norma richiamata è contraria all’ordine pubblico internazionale. E questo anche quando il richiamo della norma straniera avviene tramite una convenzione internazionale. Lo ha chiarito la Corte di Cassazione, prima sezione civile, con sentenza n. 19 del 28 gennaio 2015 (13-50-059, Cour de cassation) con la quale la Suprema Corte ha respinto il ricorso del Procuratore generale. Quest’ultimo si opponeva alla decisione della Corte di appello che aveva dato il via libera al matrimonio tra una coppia dello stesso sesso di cui un partner era cittadino francese e l’altro di nazionalità marocchina ma residente in Francia. La Convenzione franco-marocchina del 10 agosto 1981 richiama, per le questioni matrimoniali, la legge dello Stato di cui ciascun coniuge ha la nazionalità. Di conseguenza, il matrimonio non avrebbe potuto essere celebrato perché l’ordinamento marocchino vieta il matrimonio tra coppie dello stesso sesso. Pertanto, in ragione della prevalenza dei trattati internazionali sul diritto interno, l’unione doveva essere vietata. Di diverso avviso la Cassazione che ha condiviso la scelta dei giudici di appello. Questo perché, secondo la Cassazione, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ammesso in Francia con legge del 17 maggio 2013, è una libertà fondamentale che non può essere ostacolata da una convenzione internazionale la cui applicazione è così preclusa dall’ordine pubblico internazionale, tanto più che la stessa convenzione prevede che una legge non trovi attuazione se incompatibile con l’ordine pubblico. Verificato un collegamento con l’ordinamento francese in ragione del fatto che il partner marocchino era residente in Francia, la Cassazione spiana la strada al matrimonio anche al fine di evitare una diseguaglianza tra individui che si trovano nella stessa situazione e che hanno un contatto con l’ordinamento francese.

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