Anche a Bruxelles il sistema di controllo della messa in atto del dispositivo per la ripresa e resilienza, parte essenziale del meccanismo del Next Generation EU, funzionale a contrastare gli effetti e i danni provocati dalla pandemia da Covid-19, mostra criticità che sono state evidenziate dalla Corte dei Conti europea nella relazione speciale n. 7 presentata a marzo 2023 e intitolata “Il dispositivo per la ripresa e la resilienza e il sistema di controllo concepito per la Commissione” (corte dei conti). Il modello di spesa previsto dal Next Generation EU è innovativo rispetto ad altri già predisposti dall’Unione europea perché prevede che le somme siano versate agli Stati membri solo se sono stati raggiunti traguardi e obiettivi previsti nei piani presentati dalle autorità nazionali alla Commissione europea. La Corte dei conti ha effettuato un audit rilevando che la Commissione europea ha elaborato “un sistema di controllo che prevede un ampio processo di verifica del conseguimento dei traguardi e degli obiettivi”, ma le informazioni fornite sono limitate e ciò si traduce in effetti negativi sul sistema di controllo. Inoltre, non è stato ancora utilizzato un metodo per quantificare l’impatto del mancato raggiungimento di un traguardo o di un obiettivo, “né esistono – prosegue la Corte dei Conti – orientamenti su come affrontare il rischio associato al fatto che non venga rilevato l’annullamento di una misura grazie alla quale in precedenza era stato conseguito un traguardo o un obiettivo”. Non pienamente efficace, inoltre, il controllo su possibili rischi per gli interessi finanziari dell’Unione europea e sui casi di frode perché la Commissione può attivare il recupero degli importi dovuti in caso di frode, ma manca un sistema centralizzato di raccolta delle informazioni. La Corte dei conti ha così raccomandato alla Commissione europea di migliorare le procedure sulle verifiche ex ante, di elaborare orientamenti relativamente all’annullamento delle misure connesse a un traguardo o a un obiettivo già conseguito, di colmare la lacuna esistente a livello Ue per le garanzie sulla conformità dei progetti di investimento finanziati con il sistema di ripresa e resilienza alle norme nazionali ed europee, di armonizzare le segnalazioni dei casi di frode e di elaborare orientamenti interni per quanto riguarda le rettifiche.
La Commissione ha prontamente risposto (COM-Replies-SR-23-07_IT) alle osservazioni critiche partendo dal presupposto che era necessario intervenire tempestivamente , con la conseguenza che anche il sistema di controllo ha risentito di quest’urgenza. Nel tempo, però, è stata istituita un’unità di audit dedicata al sistema di ripresa e di resilienza e la Commissione è intervenuta sugli Stati richiedendo miglioramenti aggiuntivi come presupposto per le erogazioni future. Sulle critiche relative alla tutela degli interessi finanziari dell’Unione, la Commissione accetta unicamente una responsabilità residua limitata alla necessità di rafforzare gli interventi sugli Stati al fine di effettuare adeguati controlli preliminari nell’attuazione dei piani nazionali. Respinta la critica sulla necessità di migliorare le procedure relative alle verifiche ex ante perché sono state già attivate procedure dettagliate, mentre la Commissione concorda sull’esigenza di armonizzare le segnalazioni in caso di frode connesse al dispositivo di ripresa e di resilienza.
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