L’Agenzia europea dei diritti fondamentali dell’Unione europea ha diffuso ieri uno studio sulla criminalizzazione dei migranti in una situazione di irregolarità, passando in rassegna le legislazioni degli Stati membri che sono talvolta punitive nei confronti delle persone che aiutano i migranti, senza alcun fine di lucro ma solo per solidarietà (migranti). Il rapporto, al quale è allegato il quadro sulle legislazioni nazionali (allegato migranti), parte proprio dal dramma di Lampedusa che ha causato 400 morti, inclusi bambini, e mette in risalto l’approccio non corretto rispetto alla direttiva 2008/115 del 16 dicembre 2008 recante norme e procedure comuni applicabili negli Stati membri al rimpatrio di cittadini di paesi terzi il cui soggiorno irregolare, che chiede alle autorità nazionali, prima di adottare misure punitive, la concessione di un periodo per favorire il rimpatrio volontario (si veda la sentenza El Dridi 28 aprile 2011, causa C-61/11). Preoccupa l’Agenzia anche la scelta di diverse autorità nazionali che hanno introdotto normative volte a punire i cittadini che supportano e aiutano, anche attraverso la concessione di un alloggio, senza trarre vantaggi, i migranti irregolari. Questa situazione spinge spesso i migranti a vivere nell’ombra, a non ricorrere a cure mediche e a nascondere i propri figli. Di qui la necessità di modifiche legislative che tengano conto non solo del quadro normativo Ue ma anche degli stessi interventi giurisprudenziali della Corte di giustizia Ue, della Corte europea dei diritti dell’uomo e delle Corti supreme nazionali.
Si vedano i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/boat-people-uno-studio-dellagenzia-europea-sui-diritti-fondamentali.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/respingimenti-di-massa-verso-la-libia-condanna-allitalia-da-strasburgo.html.
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