Dialogo tra Corti: aggiornate le Linee guida sul Protocollo n. 16

La Corte europea dei diritti dell’uomo, in seduta plenaria, ha aggiornato le Linee guida sulle modalità di attuazione del Protocollo n. 16, in vigore dal 1° agosto 2018, che ha introdotto nel sistema di Strasburgo un meccanismo simile al rinvio pregiudiziale d’interpretazione predisposto nel Trattato Ue. Le nuove Linee guida sono state approvate il 25 settembre e pubblicate il 24 ottobre (Linee guida). Il Protocollo è stato ratificato da 22 Stati ma non dall’Italia.

I cambiamenti sono dovuti alla volontà di “codificare” quanto avvenuto in questi anni di attuazione del Protocollo (la Grande Camera ha adottato sei pareri, mentre un altro caso è ancora pendente) rafforzando il dialogo tra Corte europea dei diritti dell’uomo e giudici interni, tenendo conto che già talune corti supreme di  Stati parte alla Convenzione europea hanno chiesto alla Grande Camera un parere sull’interpretazione o sull’applicazione di una norma convenzionale e sui  protocolli addizionali. 

La richiesta deve superare il filtro di un panel di 5 giudici che, in caso di rigetto dell’istanza, sono tenuti a fornire un’adeguata motivazione. Il parere fornito dalla Grande Camera non è vincolante ma sino ad oggi non solo il giudice nazionale che ha sottoposto la questione ha applicato quanto stabilito dalla Corte, ma anche i giudici di Stati che non hanno ratificato il Protocollo hanno  dato seguito ai pareri.

Per quanto riguarda gli aspetti più significativi delle Linee Guida, in particolare, con i paragrafi 6.3 e 7 sono stati forniti chiarimenti sulla giurisdizione della Corte, con il paragrafo 10 è stato individuato il momento migliore nel quale sottoporre una questione a Strasburgo e con i paragrafi 12, 13 e 14 sono state affrontate le questioni di forma nella presentazione della richiesta. Sono forniti anche alcuni chiarimenti sulla lingua da utilizzare, sui costi e sulla comunicazione tra Grande Camera e giudici nazionali.

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