Depositato il verdetto sulla controversia tra Slovenia e Croazia

La sentenza adesso c’è, ma si tratta di vedere se verrà eseguita. Il Tribunale arbitrale della Corte permanente di arbitrato ha depositato il 29 giugno la sentenza n. 2012-04 che dovrebbe risolvere la controversia tra Croazia e Slovenia con riguardo alle frontiere marittime e terrestri (2172). La strada, però, malgrado la pronuncia, resta in salita visto che la Croazia non appare orientata a rispettare il verdetto anche tenendo conto che il procedimento è stato minato da molti incidenti di percorso, inclusa un’accusa di parzialità di un arbitro poi sostituito. Uno spiraglio si apre in vista del vertice che i due Paesi hanno fissato per il 12 luglio. Intanto, la Corte ha dato sostanzialmente torto alla Croazia, riconoscendo alla Slovenia il diritto di accesso alle acque internazionali nel Mare adriatico. I due Paesi avevano firmato, nel 2009, un accordo per la soluzione della controversia attraverso l’arbitrato per stabilire il confine marittimo e terrestre tra i due Stati, le questioni dell’accesso della Slovenia al mare internazionale e il regime per l’utilizzo delle zone marittime rilevanti. Sul fronte delle frontiere terrestri il Tribunale arbitrale ha deciso in base al principio dell’uti possidetis con la conseguenza che le frontiere attuali devono essere quelle applicabili nell’ex Iugoslavia al momento della data dell’indipendenza. Per alcune zone contestate, il Tribunale ha tenuto conto anche di altri criteri e, in particolare, del principio di effettività. Per quanto riguarda la cosiddetta “baia di Piran”, poiché nella Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare manca una regolamentazione della delimitazione delle acque interne, il Tribunale, in ragione dell’assenza di una divisione formale dell’area prima della dissoluzione dell’ex Iugoslavia, ha deciso di stabilire la delimitazione attraverso un sistema di linee che ha portato a una maggiore attribuzione di spazi alla Slovenia. Che ha avuto partita vinta anche per la delimitazione del mare territoriale e in relazione al pieno diritto di accesso alle acque internazionali.

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