La Direzione generale delle politiche esterne dell’Unione europea ha pubblicato uno studio sul trasferimento forzato e la deportazione dei bambini ucraini (“Forcible transfer and deportation of Ukrainian children: Responses and accountability measures”, deportazion bambini ucraini), curato da Yulia Ioffe e Andreas Umland. Il volume raccoglie gli interventi tenuti nel corso di un seminario nel quale sono state esaminate anche le cause intentate dinanzi ai giudici nazionali e internazionali. Inoltre, sono formulate alcune raccomandazioni all’Unione europea per contribuire a fare tornare i bambini in Ucraina tenendo conto dei maggiori ostacoli presenti nel caso di ritorno di bambini non accompagnati rispetto a quelli che sono stati costretti a lasciare l’Ucraina con un genitore o un tutore. Un aspetto cruciale è il fattore tempo perché più a lungo si protrae la permanenza dei bambini non accompagnati da parte della Russia, più diventa problematico il rimpatrio e il reinserimento. Questo anche a causa del lavaggio del cervello al quale i bambini sono sottoposti, in vista di un’assimilazione con la popolazione russa, situazione che può complicare ancora di più il rientro.
Mosca ha adottato una politica molto aggressiva di allontanamento dei bambini strettamente connessa all’aggressione militare contro l’Ucraina, che dura da nove anni e che è funzionale a una conquista demografica e non solo geografica. La Russia ha un obiettivo specifico che è quello di procedere a “russificare un gran numero di cittadini ucraini per sostenere la popolazione russa in declino”. Pertanto, in alcuni atti, come nel rapporto del 2023 dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa è stato sottolineato che vi sono prove di una pratica che potrebbe rientrare nel genocidio. La campagna sistematica di trasferimento forzato di bambini, che era già iniziata nel periodo 2014-2021, è diventata sistematica a partire dal 2022 con la deportazione dal Donbas alla Russia. Nel testo è ricostruito anche il quadro normativo russo, come la risoluzione legislativa n. 348 del 2022 sull’integrazione dei bambini ucraini nella società russa e sono indicati gli attori statali e gli organi nazionali russi coinvolti in queste attività. Sono inoltre riportate le reazioni della comunità internazionale, dal Rappresentante speciale dell’Onu sui bambini e i conflitti armati, agli interventi del Consiglio d’Europa, dell’OSCE e dell’Unione europea.
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