Da Brighton le indicazioni per rendere il lavoro della Corte europea più rapido. Richieste al Comitato dei Ministri modifiche sulle condizioni di ricevibilità dei ricorsi

La Conferenza di Brighton si chiude con la volontà degli Stati di procedere a una modifica del Preambolo della Convenzione per inserire in modo espresso il principio di sussidiarietà e quello del margine di apprezzamento entro il 2013. Centrale, infatti, proprio per garantire il funzionamento della Corte che la Convenzione sia applicata meglio e in modo conforme alla giurisprudenza di Strasburgo sul piano nazionale. Nella dichiarazione conclusiva, approvata il 20 aprile, gli Stati (20120419) provano a dettare, in 39 punti, i tempi per le modifiche indispensabili a rendere il lavoro della Corte più snello senza sacrificare i diritti umani. Punto centrale è il rafforzamento dell’applicazione effettiva da parte degli Stati. E se questo rientra nella competenza delle autorità nazionali, la Conferenza prova a suggerire il percorso da seguire che parte da un rafforzamento della formazione dei giudici nazionali sul testo della Convenzione europea e sulla giurisprudenza di Strasburgo. Senza dimenticare la necessità di un incremento nella traduzione delle sentenze nelle lingue degli Stati parti alla Convenzione europea. Le novità più importanti riguardano però le condizioni di ricevibilità. Secondo la dichiarazione, infatti, il tempo limite per presentare il ricorso dovrebbe passare dagli attuali 6 mesi dal momento della pronuncia definitiva sul piano nazionale a 4. Non solo. Gli Stati chiedono la rimozione di una delle clausole di salvaguardia connessa alla condizione di ricevibilità prevista dall’articolo 35, 3, lett. b, in base al quale è stato stabilito che la Corte è tenuta a dichiarare irricevibile il ricorso se ritiene che il ricorrente non abbia subito alcun pregiudizio rilevante a condizione che, tra l’altro, un ricorso non sia stato debitamente esaminato da un tribunale interno (si veda il par. 15, lett. c), della Dichiarazione). Con la soppressione di questa clausola la strada per Strasburgo potrebbe diventare più impervia.

La Dichiarazione, poi, punta sul sistema delle sentenze pilota che richiede però alcuni aggiustamenti sui quali sarà chiamato a decidere il Comitato dei minstri. In particolare, tra diversi ricorsi simili, la Corte potrebbe registrare e decidere pochi casi tratti da gruppi di ricorsi che riguardano la stessa violazione contro lo stesso Stato.

Sul fronte dell’esecuzione delle sentenze, la Conferenza oltre a richiedere un miglioramento nella fase applicativa suggerisce un ruolo più operativo dei parlamenti nazionali.

Sulle proposte presentate dai giudici della Corte europea si veda il post del 14 marzo 2012.

 

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