L’impatto della crisi sui diritti umani negli Stati Ue. E’ la Commissione sulle libertà civili, giustizia e affari interni del Parlamento europeo ad aver studiato la situazione nei diversi Stati membri procedendo poi all’adozione di rapporti tematici relativi ai singoli Stati affiancati da uno studio d’insieme e da un’analisi comparativa. Per quanto riguarda l’Italia, il rapporto redatto da Giuseppe Nastasi e da Giuseppe Palmisano (Doc. PE 510.018, IPOL_STU(2015)510018_EN) copre l’impatto delle misure adottate dall’Italia nel periodo dal 2008 al 30 giugno 2014. Tra i temi trattati, tra gli altri, il diritto all’educazione, alla salute, al lavoro, alla pensione, all’accesso alla giustizia, alla proprietà. Il settore più colpito quello dell’educazione. L’Italia – si legge nello studio, che non si occupa dell’Università – è l’unico Paese OCDE che non ha aumentato le spese per gli studenti della scuola dal 1995. Le riforme per migliorare il bilancio hanno poi avuto effetti devastanti. La legge Fornero non ha in alcun modo fatto diminuire la precarietà e ha fatto sorgere il drammatico problema degli esodati. Continuano poi i ritardi nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione nei confronti di fornitori con conseguenze negative sul diritto di proprietà. Problemi per il diritto di accesso alla giustizia che appare senz’altro compromesso dall’incremento delle spese per avviare un’azione giudiziaria, con il pagamento di tasse che costituiscono un ostacolo per far valere i propri diritti.
Qui l’analisi comparativa IPOL_STU(2015)510021_EN.
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