Corte penale internazionale: la Camera di appello dà il via libera alle indagini sui crimini in Afghanistan

La Camera di appello della Corte penale internazionale ha ribaltato il giudizio della Camera di primo grado del 12 aprile 2019 e ha autorizzato l’indagine della Procura sui possibili crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Afghanistan. Con decisione del 5 marzo (ICC-02/17-138, CR2020_00828), la Camera ha dato il via libera alle indagini in base all’articolo 15 dello Statuto. L’indagine riguarda i presunti crimini di guerra e contro l’umanità commessi dai talebani e dai gruppi affiliati, i crimini di guerra commessi dalle forze di sicurezza afgane e i crimini di guerra commessi da militari Usa e da agenti della CIA, sul territorio afgano dal 1° maggio 2003. Nel 2007, la Procuratrice Fatou Bensouda aveva chiesto di estendere l’indagine non solo alle azioni commesse dai talebani, ma anche dalle truppe straniere presenti sul territorio afgano. L’Afghanistan ha ratificato lo Statuto della Corte il 10 febbraio 2003. Per la Camera di appello, la Pre-Trial Chamber – secondo la quale “notwithstanding the fact that all the relevant requirements are met as regards both jurisdiction and admissibility, an investigation into the situation in Afghanistan would not serve the interests of justice” – ha errato nell’interpretazione dell’articolo 15, paragrafo 4 dello Statuto ritenendo di essere vincolata dagli elementi indicati dall’articolo 53, paragrafo 1. L’articolo 15, paragrafo 4 richiede alla Camera di primo grado di accertare se esistano elementi ragionevoli per aprire un’indagine e se il caso appaia rientrare nella giurisdizione della Corte e non rinvia all’articolo 53 in base al quale il Procuratore procede all’apertura dell’indagine “a meno che non esistano basi ragionevoli per procedere”. Pertanto, per la Camera di appello l’articolo 15, paragrafo 1 non rinvia all’esistenza di un interesse della giustizia o all’articolo 53, ma richiede solo l’esistenza di una base ragionevole per procedere alle indagini. In particolare, l’errore è nella considerazione dell’elemento dell’interesse della giustizia poiché questo fattore deve essere valutato unicamente per verificare se ci sia una ragionevole base fattuale circa la commissione dei crimini e la loro sottoposizione alla giurisdizione della Corte. Di qui la decisione sul via libera allo svolgimento delle indagini da parte della Procura.

Qui la reazione del Dipartimento di Stato americano ICC Decision on Afghanistan – United States Department of State.

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