Coppie dello stesso sesso: comunicati al Governo i ricorsi partiti da cittadini italiani

Il 3 dicembre la Corte europea dei diritti dell’uomo ha comunicato al Governo italiano i ricorsi arrivati da cittadini italiani che cercano da Strasburgo una condanna dell’Italia per violazione, tra gli altri, del diritto al rispetto della vita privata e familiare (articolo 8 della Convenzione). Questo o perché è stato impedito il riconoscimento di matrimoni tra partner dello stesso sesso avvenuti all’estero ma che le coppie non hanno potuto trascrivere in Italia (ORLANDI AND OTHERS v. ITALY) o perché non è stato eliminato il divieto di matrimonio per coppie dello stesso sesso (OLIARI AND LONGHI v. ITALY). Questo malgrado le coppie avessero una coabitazione stabile e registrata, conti bancari comuni e, in un caso, nominato il partner come amministratore di sostegno. Adesso il Governo dovrà rispondere agli interrogativi formulati da Strasburgo e chiarire se anche l’assenza di una legislazione sulle unioni civili registrate possa comportare una violazione dei diritti convenzionali.

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