Controversie con i consumatori: l’europarlamento punta sui sistemi alternativi di soluzione delle controversie nel rispetto delle norme imperative a tutela della parte debole

La Commissione per il mercato interno del Parlamento europeo vuole rafforzare la fiducia dei consumatori nell’accesso ai sistemi ADR soprattutto, ma non solo, nel caso di controversie relative agli acquisti online, tutelando i consumatori. In questa direzione la Commissione, il 9 luglio, ha approvato alcuni emendamenti alla proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sulla risoluzione alternativa delle controversie dei consumatori, recante modifica del regolamento (CE) n. 2006/2004 e della direttiva 2009/22/CE (direttiva sull’ADR per i consumatori, http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/imco/dv/adr_ca_01_/adr_ca_01_en.pdf) e alla proposta di regolamento sulle controversie online dei consumatori (regolamento ODR, http://www.europarl.europa.eu/meetdocs/2009_2014/documents/juri/ad/905/905645/905645en.pdf). Con un obiettivo: aumentare la trasparenza per i consumatori che vogliono avvalersi di questi sistemi e rendere i meccanismi accessibili a un costo simbolico. Indispensabile, poi, garantire che la soluzione avvenga entro 90 giorni. Proprio per salvaguardare gli interessi della parte debole, ossia i consumatori, è previsto che nel caso di controversie transfrontaliere, il consumatore non possa essere privato della protezione attribuita dalle norme imperative previste dalla legge della residenza abituale in linea con l’articolo 6 del regolamento n. 593/2008.

Gli Stati, secondo la commissione per il mercato interno, possono prevedere l’obbligatorietà nel ricorso all’ADR.

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