Condannato il signore dei diamanti insaguinati

Colpevole. Un verdetto, quello reso dalla Corte speciale per la Sierra Leone (http://www.sc-sl.org/LinkClick.aspx?fileticket=86r0nQUtK08%3d&tabid=53) il 26 aprile 2012, che inchioda l’ex Presidente della Liberia Charles Taylor alle sue responsabilità per aver aiutato e incitato alla commissione di crimini contro l’umanità e crimini di guerra in Sierra Leone anche fornendo armi al Revolutionary United Front (RUF) in cambio di diamanti(http://www.unmultimedia.org/tv/webcast/2012/04/in-historic-judgment-un-court-finds-ex-liberian-leader-guilty-of-war-crimes.html). Alla fine una questione di soldi. Adesso le vittime sopravvissute alla ferocia del conflitto e i parenti hanno avuto giustizia. Almeno in parte perché malgrado gli undici capi d’imputazione l’accusa non è riuscita a dimostrare che il crudele signore della guerra avesse ordinato e pianificato i massacri d’intesa con il comandante del RUF Sandok. E’ certo che i due criminali si fossero incontrati ma l’accusa non è riuscita a dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio l’esistenza di una catena di comando e di un piano comune durante lo svolgimento del conflitto iniziato nel 1991 e terminato nel 2002, lasciando una scia lunghissima di sangue tra i civili. Esclusa quindi l’esistenza di una Joint Criminal Enterprise, ma questo nulla toglie all’importanza del verdetto nel contesto dell’affermazione della giustizia penale internazionale che ha condotto un capo di Stato ancora in carica a fuggire prima in esilio in Nigeria nel 2003 e poi ad essere processato dinanzi a un tribunale penale internazionale (Taylor era stato trasferito a Freetown nel 2006 e poi all’Aja) e condannato, tra l’altro, anche per il reclutamento di bambini soldati e per traffico d’armi. L’ex Presidente liberiano Charles Taylor era a conoscenza della commissione di questi crimini: la sua condanna dimostra che i capi di Stato non sono immuni anche se certo, anche in questo caso, si è trattato di un processo troppo lungo (si veda il post del 10 luglio 2010). La pena sarà stabilita il 30 maggio.

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