La Commissione europea ha pubblicato la relazione annuale sulla politica di concorrenza 2020. Nel rapporto diffuso il 7 luglio 2021 (COM(2021)373 (concorrenza), qui anche il documento di lavoro SWD(2021)177, competition) Bruxelles ha fatto il punto sugli effetti della maggiore flessibilità concessa ai Paesi membri nella disciplina sugli aiuti di Stato per fronteggiare la crisi economica e sociale causata dalla pandemia, garantendo, in ogni caso, la competitività dei mercati. Oltre alla decisiva azione attraverso lo strumento per la ripresa Next Generation EU, l’Unione europea ha consentito un sostegno pubblico mirato per salvaguardare le imprese e le attività economiche, con un’azione della Commissione europea che ha evitato “deleterie corse alle sovvenzioni”. Così, il quadro temporaneo sugli aiuti di Stato adottato all’inizio della crisi “è stato oggetto di varie modifiche, a dimostrazione della capacità della Commissione di adattare le norme alla natura mutevole della crisi”. Per quanto riguarda gli importi autorizzati da Bruxelles, il 51,5% degli aiuti di Stato approvati è stato notificato dalla Germania, il 14,7% dall’Italia e il 13,9% dalla Francia. Distanziata la Spagna (4,8% del valore complessivo degli aiuti approvati) e poi seguono gli altri.
Nel 2020, la rete europea della concorrenza ha collaborato su aspetti legati al Covid-19, anche per garantire l’approvvigionamento di dispositivi e di prodotti necessari per la tutela della salute, nonché per impedire la costituzione di cartelli e l’abuso di posizioni dominanti. Per assicurare un contributo della politica di concorrenza dell’Unione europea alla transizione digitale, la Commissione è intervenuta nel mercato dei sistemi su chip, con misure provvisorie indirizzate al principale fornitore al mondo di chipset per tv e modem. Sempre nel 2020 sono state avviate quattro indagini nei confronti di Apple. La Commissione ha fatto anche partire un’indagine settoriale di carattere generale sull’internet degli oggetti.
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