La Turchia sotto i riflettori della Commissione Venezia del Consiglio d’Europa che bolla come contrarie agli standard della Convenzione europea dei diritti dell’uomo le misure adottate all’indomani del tentato colpo di Stato del 15 luglio 2016 e fortemente volute da Erdogan. Prima di tutto, sul fronte della libertà di stampa: nel parere n. 872 presentato il 13 marzo 2017 (CDL-AD(2017)007, Turchia- media) il gruppo di esperti, che ha monitorato le misure predisposte a seguito del tentato colpo di stato con riguardo agli effetti sulla libertà di stampa, ha accertato che diversi strumenti messi in campo sono inaccettabili per gli standard convenzionali. Grande preoccupazione, poi, per il numero ingente di indagini penali avviate, senza alcuna ragione, contro i giornalisti. La Commissione ha chiesto, inoltre, che i giornalisti non siano messi sotto indagine con capi di accusa come l’appartenenza a gruppi terroristici. Diffuso, inoltre, un parere sulle modifiche alla Costituzione approvate il 21 gennaio 2017, per le quali il 16 aprile è previsto un referendum. Nel parere n. 875/2017 (CDL-AD(2017)005 turchia-costituzione), la Commissione Venezia lancia l’allarme sui passi indietro rispetto ai valori democratici. Se è vero che gli Stati sono liberi di scegliere le proprie regole costituzionali, è anche vero che gli Stati devono rispettare il principio della separazione dei poteri e la rule of law. Evidente, nel nuovo progetto costituzionale, un arretramento rispetto alle tradizioni democratiche. Critiche anche per i cambiamenti nel funzionamento del sistema giudiziario in ambito penale (si veda il parere n. 852, CDL-AD(2017)004, giudici).
Si vedano i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/turchia-in-flagrante-violazione-dei-diritti-umani-liberta-di-stampa-sotto-scacco.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/turchia-la-cedu-insiste-nel-chiedere-il-previo-esaurimento-dei-ricorsi-interni.html
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