Non mancano i passi avanti con la legge n. 76/2016 sulle unioni tra coppie dello stesso sesso e con la ratifica di numerosi trattati internazionali, ma l’Italia presenta ancora troppe lacune nel sistema di tutela dei diritti civili e politici. E’ quanto risulta dalle osservazioni presentate dal Comitato sui diritti umani chiamato a verificare il livello di adesione dell’Italia al Patto sui diritti civili e politici del 1966. Nelle osservazioni conclusive al sesto rapporto periodico del 28 marzo (CCPR_C_ITA_CO_6_27016_E(1) il Comitato continua a chiedere all’Italia, in primo luogo, l’istituzione di un organo nazionale sui diritti umani, in linea con i Principi di Parigi e l’inserimento del crimine di tortura nel codice penale. Il Comitato, inoltre, ha chiesto all’Italia di prevedere norme che diano la possibilità alle coppie dello stesso sesso di procedere all’adozione e la possibilità per le donne di ricorrere all’aborto, eliminando gli impedimenti che, troppo spesso, in strutture pubbliche impediscono alle donne di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza.
Sul fronte dei migranti, il Comitato bacchetta Roma per i periodi di detenzione negli hotspots troppo lunghi, che vanno ben oltre il periodo di 72 ore fissato per legge e chiede maggiori interventi per i minori non accompagnati.
Ritardi sul fronte della tutela della libertà di stampa: manca ancora, infatti, un intervento che porti alla depenalizzazione della diffamazione e, in particolare, una modifica dell’articolo 595 del codice penale e della legge sulla stampa nella parte in cui è previsto il carcere. Solo un’eliminazione di quest’articolo può condurre l’Italia ad avere una legislazione in linea con il Patto sui diritti civili e politici. L’Italia, poi, deve fare in modo che le querele non diventino strumenti per bloccare la libertà di stampa.
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