Continuano i ricorsi alla Corte europea dei diritti dell’uomo sui cambiamenti climatici e sul loro impatto sui diritti riconosciuti nella Convenzione europea. Il 1° luglio, la Corte ha comunicato all’Austria il ricorso Müller contro Austria (ricorso n. 18859/21, MÜLLNER v. AUSTRIA) e ha chiesto al Governo chiamato in causa di fornire le proprie osservazioni sulle violazioni contestate. Il caso riguarda un cittadino austriaco affetto da sclerosi multipla il quale sosteneva che i sintomi della sua malattia erano peggiorati a causa delle temperature elevate. A suo avviso il Governo non aveva fatto nulla per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e per ridurre le emissioni di gas ad effetto serra. L’uomo aveva agito sul piano interno, finanche rivolgendosi alla Corte costituzionale (ricorso dichiarato inammissibile) e poi a Strasburgo. Ora si avvicina il merito della causa che arriverà in un quadro giurisprudenziale cambiato grazie alla sentenza del 9 aprile 2024 nel caso Verein Klimaseniprinnes Schweiz e altri contro Svizzera (ricorso n. 53600/20, CASE OF VEREIN KLIMASENIORINNEN SCHWEIZ AND OTHERS v. SWITZERLAND).
In particolare, il ricorrente ritiene che l’Austria abbia violato l’articolo 6 (diritto di accesso a un tribunale), l’articolo 8 sul diritto al rispetto della vita privata e familiare (e, in subordine l’articolo 2 sul diritto alla vita) e l’articolo 13 sul diritto a un rimedio giurisdizionale effettivo. La Corte, intanto, in base all’articolo 41 del regolamento di procedura, tenendo conto dell’importanza del caso e del possibile deterioramento della salute del ricorrente, ha classificato il caso come prioritario.
Sui cambiamenti climatici e la giurisprudenza della Corte si vedano le Q&A redatte da Strasburgo documento
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