E’ stata pubblicata la guida sul principio del ne bis in idem, aggiornata ad ottobre 2019. Il testo fa il punto sulla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo con riguardo all’articolo 4 del Protocollo n. 7 alla Convenzione europea in base al quale “nessuno può essere perseguito o punito penalmente dalle giurisdizioni dello stesso Stato in ragione di un reato per il quale è già stato assolto o condannato con una sentenza definitiva conformemente alla legge e alla procedura penale di questo Stato” (FS_Non_bis_in_idem_ENG). Partendo dalla sentenza dell’8 giugno 1976, Engel contro Paesi Bassi, che ha fissato i tre criteri per classificare un procedimento e una sanzione come penale, ossia la qualificazione giuridica della misura sul piano interno, la natura della misura e il grado di severità della sanzione, sono segnalati i più recenti sviluppi e approfondite, con particolare attenzione, le questioni di qualificazione del procedimento e della sanzione penale, soprattutto nei casi in cui gli Stati classificano una sanzione come amministrativa.
Nella nuova pubblicazione la giurisprudenza è classificata e descritta tenendo conto dell’obiettivo della norma, dell’applicazione del principio solo con riguardo a giudici di uno stesso Stato con l’esclusione, quindi, dall’ambito di applicazione dell’articolo 4, del ne bis in idem internazionale, della definizione del bis, del giudicato e della definizione dell’idem. L’ultima pronuncia considerata è quella depositata l’8 ottobre 2019 nel caso Korneyeva contro Russia. Nel documento, accanto alle sentenze, sono analizzate le decisioni più rilevanti.
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