Cassazione: no al carcere per i giornalisti

No al carcere per i giornalisti perché viola l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte di Cassazione, quinta sezione penale, con sentenza n. 12203/14 ha in parte accolto il ricorso di due giornalisti condannati per diffamazione a sei mesi di reclusione (diffamazione). La Corte di appello di Brescia, con sentenza del 21 gennaio 2013, aveva accertato la diffamazione commessa da un giornalista e dal direttore responsabile del quotidiano “La voce di Romagna” perché erano stati pubblicati articoli che accusavano due militari di un furto che in realtà non avevano commesso. La Cassazione ha condiviso la posizione della Corte di appello nella parte in cui ha condannato i due giornalisti per aver pubblicato una notizia non vera, ma ha accolto il ricorso per il trattamento sanzionatorio disposto. Questo perché – osserva la Cassazione – il regime del carcere, seppure sospeso nella sua applicazione effettiva, è incompatibile con l’articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che ammette misure detentive solo in casi eccezionali come l’incitamento all’odio. D’altra parte, precisa la Cassazione, anche il legislatore ordinario “è orientato al ridimensionamento del profilo punitivo del reato di diffamazione a mezzo stampa”. Di qui l’annullamento della sentenza solo con riguardo alla scelta del trattamento sanzionatorio.

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