L’Unione europea punta a diventare un polo mondiale per l’intelligenza artificiale, nel rispetto dei diritti umani e della rule of law e seguendo un approccio flessibile, basato sul rischio. In questa direzione, la Commissione europea ha presentato, il 21 aprile, una proposta di regolamento per stabilire regole armonizzate in questo campo (COM(2021)206, Proposal), accompagnata da un Nuovo Piano Coordinato sull’intelligenza artificiale, che segue quello del 2018 (NewCoordinatedPlanonArtificialIntelligencepdf). La Commissione vuole aprire la strada a una tecnologia etica e a misura dei diritti dell’uomo in tutto il mondo e fornire un modello per l’adozione di nuove norme universali. Se, da un lato, l’intelligenza artificiale è in grado di fornire un enorme potenziale in diversi settori come sanità, giustizia, trasporti, energia, agricoltura, turismo, giustizia, cybersecurity, dall’altro lato, la tecnologia più avanzata può mettere a rischio alcuni diritti umani. Così, per la Commissione dovranno essere vietati sistemi o applicazioni che manipolano il comportamento umano, che sfruttano situazioni di vulnerabilità o che consentono alle autorità nazionali di attribuire un punteggio sociale, con una situazione svantaggiosa per determinati gruppi.
Bruxelles vuole un approccio flessibile, basato sul rischio: alcuni sistemi sono classificati tra quelli a rischio inaccettabile che impongono, in via generale, un divieto di impiego come quelli che comportano l’identificazione biometrica a distanza (articolo 5); seguono quelli a rischio alto, che comportano l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in infrastrutture critiche (come i trasporti); nell’istruzione e nella formazione professionale; in componenti di sicurezza dei prodotti; nell’occupazione e nella gestione dei lavoratori e nell’accesso al lavoro autonomo; nei servizi pubblici e privati essenziali; nell’attività di contrasto; nella gestione della migrazione, dell’asilo e del controllo delle frontiere; nell’amministrazione della giustizia e nei processi democratici. In ultimo ci sono i sistemi a rischio limitato e a rischio minimo. La proposta di regolamento mette al bando sistemi di sorveglianza generalizzata, ma prevede deroghe per la lotta al terrorismo e per ragioni di sicurezza pubblica. Escluso dall’ambito di applicazione del regolamento l’utilizzo dell’intelligenza artificiale per fini militari.
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