Boom di richiami alla Carta dei diritti Ue da parte della Corte di giustizia e dei giudici interni

Pubblicata la quinta relazione annuale della Commissione europea sull’applicazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea (COM(2015)191 (2014_annual_charter_report_en) che mostra il costante aumento delle pronunce della Corte di giustizia Ue in cui si fa riferimento alla Carta. Nel 2014, la Carta è stata richiamata in 210 decisioni a fronte delle 114 del 2013, con un particolare rilievo delle norme relative al settore della giustizia (ben 81 casi). E’ evidente che l’atto Ue, divenuto vincolante con il Trattato di Lisbona, sta giocando un ruolo fondamentale nell’adozione del diritto derivato e nell’applicazione del diritto dell’Unione, oltre ad essere centrale anche in relazione a diritti nuovi come quelli relativi all’uso di internet. In ragione di ciò, per la prima volta, un’intera sezione della relazione è dedicata ai diritti nell’era digitale, con particolare riguardo alla protezione dei dati personali.

La Carta, poi, conquista spazio anche sul piano nazionale, con i giudici interni che sempre più di frequente ne richiamano le disposizioni per interpretare il diritto interno. Nel documento di lavoro allegato alla relazione annuale (2014_charter_staff_working_document_en), la Commissione ricorda anche la pronuncia n. 11404 della Cassazione italiana del 22 maggio 2014  relativa all’ingresso di un minore e la kafalah con la quale la Corte ha introdotto una soluzione innovativa anche richiamando l’articolo 24 della Carta, norma relativa ai diritti del minore.

Si veda il post http://www.marinacastellaneta.it/blog/adottata-la-relazione-annuale-sullapplicazione-della-carta-dei-diritti-fondamentali-dellunione.html.

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