Bambini disabili e scuola: il Comitato Onu chiede il rispetto del diritto all’inclusione

La collocazione di un bambino con la sindrome di Down in centro educativo speciale, invece di permettergli di frequentare la scuola come tutti i suoi coetanei, malgrado la specifica richiesta dei genitori, è una violazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, adottata il 13 dicembre 2006 (ratificata dall’Italia con legge 3 marzo 2009 n. 18). Lo ha stabilito il Comitato Onu sui diritti delle persone con disabilità con la decisione del 30 settembre (CRPD/C/23/D/41/2017, G2024414) che è costata una condanna alla Spagna che, senza tenere conto degli obblighi di inclusione nel sistema educativo fissati nella Convenzione e senza provare a risolvere le difficoltà del minore con un maggiore supporto scolastico, ha scelto una soluzione in grado di compromettere il benessere del bambino.

La vicenda aveva al centro un bambino regolarmente inserito a scuola con un supporto di un insegnante di sostegno. Tuttavia, nel corso degli anni la situazione si era deteriorata e il bambino era stato vittima di bullismo e di un mancato aiuto da parte degli insegnanti. Le richieste dei genitori di un sostegno specifico in aula erano state del tutto disattese e, infine, l’autorità scolastica provinciale aveva deciso di iscriverlo in un centro educativo speciale. I genitori del bambino avevano denunciato gli abusi, ma tutto era caduto nel vuoto. Anzi, erano state poi le autorità scolastiche a denunciare i genitori che si erano rifiutati di mandare il bambino nel centro educativo speciale. Di qui la comunicazione al Comitato Onu che ha dato ragione ai genitori e ha accertato la violazione della Convenzione da parte della Spagna. Le autorità nazionali spagnole – osserva il Comitato – non hanno svolto una valutazione approfondita della situazione in cui si trovava il bambino, né hanno considerato i suoi bisogni educativi, valutazione che gli avrebbe permesso di rimanere nel percorso scolastico ordinario. Accertata la violazione, il Comitato ha indirizzato le sue osservazioni a Madrid e ha chiesto alla Spagna di permettere al bambino di frequentare il percorso scolastico in modo da garantire la sua inclusione, di indennizzare i genitori e di svolgere adeguate indagini sugli abusi.

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