Ancora sangue in Siria. La comunità internazionale a una svolta

Una strage senza fine. Che non risparmia neanche i bambini. Ultima, in ordine di tempo, quella di venerdì 25 maggio a Houla, nella provincia di Homs. Oltre 90 morti. Quasi la metà bambini. Lo ha detto il Consiglio nazionale siriano e lo hanno confermato gli osservatori Onu. _60505120_26_05_syria_houla.gif

Il giorno prima, la Commissione internazionale di inchiesta dell’Onu costituita da esperti indipendenti aveva divulgato il rapporto sull’aggiornamento periodico della situazione in Siria (PeriodicUpdateCISyria) evidenziando una sostanziale militarizzazione del territorio. Aumentano i profughi che fuggono dall’orrore, l’intensità della violenza armata in alcune aree, l’impiego dei cecchini.  E’ il Governo a commettere le violazioni su più ampia scala e più gravi in termini di efferatezza, anche se alcuni abusi sono stati commessi dai gruppi armati antigovernativi. In pratica una guerra civile che si perpetra senza che la comunità internazionale faccia molto di più che adottare rapporti, dichiarazioni di condanna e richieste di cessazione delle violenze. Che cadono nel vuoto. Bashar al-Assad dorme sonni tranquilli. E il Piano d’azione allegato alla risoluzione del Consiglio di sicurezza n. 2042 del 14 aprile 2012(2042) a cui ha fatto seguito la 2043 con la quale è stato chiesto l’ingresso degli operatori umanitari (http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/N12/305/91/PDF/N1230591.pdf?OpenElement) è, per il Governo siriano, carta straccia.

Si vedano, anche per la documentazione relativa alla Siria, i post del 22 febbraio 2012 (L’Assemblea generale chiede la cessazione delle violenze contro i civili in Siriae del 30 novembre 2011 (La Siria ha commesso crimini contro l’umanità. Ma nessuno ferma Damasco).

 

 

 

 

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