Algoritmi e democrazia: linee guida per l’utilizzo della tecnologia digitale nei procedimenti elettorali

Come usare le tecnologie dell’informazione nei processi elettorali, assicurando il rispetto dei diritti fondamentali? A questa domanda prova a rispondere la Commissione europea per la democrazia attraverso il diritto, nota come Commissione Venezia del Consiglio d’Europa, nel parere  sui Principi per l’utilizzo conforme ai diritti fondamentali delle tecnologie digitali, n. 974/2020 presentato l’11 dicembre 2020 (CDL-AD(2020)037, Venice Commission). Il testo contiene alcuni principi guida per conciliare, da un lato, le enormi possibilità offerte da internet e social media e, dall’altro lato, la tutela dei diritti, arginando i rischi che possono derivare dall’impiego della tecnologia. L’utilizzo frequente di algoritmi, che possono essere usati anche per selezionare i candidati, non è privo di rischi e gli stessi cittadini devono essere protetti con riguardo alla tutela dei dati personali, anche durante le elezioni, per evitare che le nuove tecnologie costituiscano una minaccia per i singoli. E questo anche ponendo attenzione alle questioni legate al diritto di navigazione in internet in modo privato e alla comunicazione libera sul web. Il parere contiene otto principi, tra i quali la diffusione di meccanismi di autoregolamentazione che, secondo la Commissione Venezia, sono di particolare utilità per la lotta alla disinformazione. A tal proposito, alle imprese che operano nella prestazione di servizi sul web potrebbero essere imposti codici di deontologia e forme di responsabilità sociale di impresa. In ogni caso, durante le campagne elettorali, va rafforzata la libertà su internet e la neutralità dei servizi.

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