Divisi su tutto. Con una posizione dell’India molto dura e New Delhi che accusa l’Italia di aver condotto manovre dilatorie, spiegando così i ritardi di un procedimento che, a tre anni e mezzo dai fatti, vede ancora due ufficiali del Battaglione San Marco, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, senza la contestazione di specifici capi d’imputazione. E’ iniziato così il dibattito sulla richiesta di misure provvisorie avanzate dall’Italia che ha deciso di utilizzare, per una soluzione del caso dei due militari italiani, il sistema arbitrale previsto dalla Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare del 1982, ratificata dall’Italia e dall’India, ricorrendo, per le misure provvisorie, al Tribunale internazionale sul diritto del mare, con sede ad Amburgo. L’Italia ha indicato come giudice ad hoc il professore Francesco Francioni che ha giurato oggi dinanzi al Tribunale.
Una strada in salita quella che aspetta l’Italia perché sin dalle prime battute emerge netta la posizione dell’India che non è disposta a fare passi indietro e che ha chiesto al Tribunale di rigettare ogni misura provvisoria avanzata dall’Italia. Per quanto riguarda Roma, nella memoria scritta depositata nei giorni scorsi e resa nota con l’apertura dell’udienza, l’Italia parte dalla rivendicazione della giurisdizione esclusiva in ragione dell’articolo 97 della Convenzione di Montego Bay per arrivare all’immunità dalla giurisdizione di Stati stranieri dei due militari in quanto organi dello Stato (Italia). Contestata, poi, la restrizione alla libertà personale di Girone che è tenuto in pratica come ostaggio dalle autorità indiane. L’Italia, nella sua memoria, ha anche ricordato il precedente del caso “The Arctic Sunrise”. In quell’occasione il Tribunale di Amburgo, il 22 novembre 2013, aveva concesso le misure provvisorie ordinando alla Russia di rilasciare il personale dell’equipaggio detenuto.
L’India contesta che si tratti di una controversia legata alla navigazione affermando che non vi è stato alcun incidente di questo genere ma un fatto che ha provocato la morte dei due pescatori indiani (india). New Delhi, in questo modo, nega la giurisdizione del Tribunale e non manca di stigmatizzare il comportamento italiano anche con riguardo all’impegno preso di far rientrare i due militari italiani in permesso in Italia e l’improvviso cambiamento d’idea dell’allora Governo Monti, salvo poi tornare nuovamente indietro e consegnare i due militari.
L’udienza proseguirà domani. E’ possibile seguirla sul sito del Tribunale internazionale sul diritto del mare https://www.itlos.org/cases/webcast-archives-case-no-24/
Si vedano, tra gli altri, i post http://www.marinacastellaneta.it/blog/il-10-agosto-si-discute-sulle-misure-provvisorie-nel-caso-enrica-lexie.html e http://www.marinacastellaneta.it/blog/litalia-deposita-la-richiesta-di-misure-provvisorie-per-i-due-maro.html
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