Il Parlamento europeo ha pubblicato uno studio sui rapporti tra Regno Unito e Unione Europea nell’applicazione dell’Accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione, concluso il 30 dicembre 2020 e in vigore dal 1° maggio 2021. Lo studio, intitolato “Trade and Cooperation Agreement two years on: Unpacking early evidence”, redatto da Isabelle Ioannides (PE 747.433, EU UK) punta a individuare gli elementi di forza dell’Accordo e gli ostacoli nell’attuazione. Come è noto l’Accordo sugli scambi commerciali e la cooperazione è ad ampio raggio perché si occupa non solo degli scambi di beni, servizi, investimenti, appalti pubblici, “ma anche di un’ampia gamma di altri settori chiave nell’interesse dell’UE, quali il trasporto aereo e stradale, l’energia e la sostenibilità, la pesca e il coordinamento della sicurezza sociale”. Lo studio parte dalle fonti di tensione nelle relazioni Ue-Regno Unito che possono creare ostacoli all’applicazione dell’Accordo. Delineato il quadro, nel documento si analizza lo stato di attuazione in diversi settori come quello degli investimenti per accertare se agli investitori dell’UE sia consentito stabilire le proprie società nel territorio del Regno Unito e se le imprese dell’UE già stabilite nel Regno Unito non siano discriminate nelle procedure di appalto pubblico. L’analisi è condotta anche con riguardo a un pilastro fondamentale dell’Accordo ossia la politica ambientale e, infatti, il secondo capitolo è dedicato a scandagliare gli effetti del Trattato sulla protezione dell’ambiente e sul lavoro, con particolare attenzione alla questione dei diritti sociali.
Spazio anche ai rapporti della Commissione europea che, ogni anno, adotta un rapporto sullo stato di attuazione dell’Accordo e agli interventi delle altre istituzioni Ue, incluso il Parlamento europeo. La parte finale è dedicata alle possibili strade da percorrere per migliorare le prestazioni dell’Accordo di libero scambio UE-Regno Unito.
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